Arco – Monte Patone –  Parete  Dallas – Via “In ricordo di Sten”

Mercoledì 28 maggio 2025

La parete si trova vicino ad Arco, di fronte alla parete di S. Paolo e, per la sua esposizione a nord-ovest, è piacevole nei giorni caldi. La via è stata aperta da F. Kluckner e dedicata alla scomparsa del noto arrampicatore della valle, Giuliano Stenghel, scomparso nell’agosto del 2020 . La via è protetta bene, alcuni cordoni nelle clessidre sono usurati e consiglio di portarsi qualche ricambio. Possibile in qualche tratto per migliorare l’assicurazione l’inserimento di protezioni veloci.

Oggi preoccupanti colate nere solcavano la parete, residui di piogge degli scorsi giorni, ma come abbiamo visto in seguito non hanno dato particolari problemi nella scalata.

Riferimenti bibliografici : https://www.arrampicata-arco.com/via-ricordo-sten.html

Accesso: Provenendo da Trento sulla SS 45bis, superato il paese di Drò e il distributore Eni sulla sinistra, poco prima del semaforo in località Moletta girare a sinistra e costeggiare la parete trovando un posto per parcheggiare nelle vicinanze del ristorante/pizzeria Villa Giara. La strada prosegue e al primo bivio prendere a destra. Superata una casa con cancello con ai lati due statue di leoni, proseguire fino a costeggiare un terreno recintato con un’inferriata. Alla fine del recinto, prendere una strada sterrata che si inoltra a destra. Subito sulla destra, un cancello permette di entrare (attenzione, siamo su terreno privato). Una traccia conduce alla falesia “Piccola Dallas”. Poco prima di arrivare sotto la parete, una traccia va a destra (ometto di sassi), si segue la traccia e si oltrepassa una recinzione metallica e si prosegue fino ad incontrare una zona terrosa che con tracce di passaggio e poi seguendo una cengetta erbosa ed esposta si arriva all’attacco, fix..(15 min).

Relazione: Si sale la bianca placca striata di nero aiutandosi con il bordo di una fessurina sulla destra fin sotto il tetto dove inizia il traverso verso sinistra su prese abbastanza buone, si traversa a sinistra fino a dove il tetto finisce, appena inizia la cengia si sale in verticale seguendo i cordoni nelle clessidre dino alla sosta su due fix. Sosta 1, 25 m., 1 ch. 5 cl, diff. 6-.

Nelson sul primo tiro

Il tiro successivo parte subito su strapiombo verso sinistra, ma in partenza si utilizzano delle buone prese a destra per poi traversare a sinistra su buoni appoggi. Quando si è sullo spigolo, rimanere ancora a sinistra fino a rimontare la cornice che abbiamo utilizzato come appiglio e salire in un piccolo diedrino che porta a una placca dove si traversa a destra delicatamente, come appigli delle piccole svasature. Per i piedi si utilizza l’aderenza su appoggi inclinati. Al termine della breve traversata, una piccola  clessidra aiuta ad alzarci in verticale su gocce fino a rimontare una cengetta dove un chiodo rosso anticipa di poco la sosta su due fix. Sosta 2, 25 m. 5 fix, 2 cl. 1 ch., diff. 7-.

Secondo tiro

Dalla sosta si scende facilmente a destra e dopo aver superato un albero si sale obliquando su una breve  placca   nera appoggiata  che conduce ad una zona più facile dove ci alziamo utilizzando una piccola lama verticale , le colate biancastre che scendono dallo strapiombo sopra di noi formano delle canne che ci circondano mentre arriviamo alla sosta facilmente su fix e clssidra. Sosta 3, 20 m. 3 fix e 1 ch., diff. 5+.

Terzo tiro

Si attraversa a destra facilmente fino alla base di un diedro formato dalle colate di roccia, dove troviamo un cordone in una clessidra. Questo, essendo bagnato e sporco, non dà molto affidamento, ma subito sopra vi è un secondo cordone che è più in buone condizioni. Le prese sono buone e il tratto, pur essendo in verticale e di forza, è poco disturbato dal bagnato che invece più sopra incombe sul tracciato. Nella fessura provo ad inserire il friend n. 1 ma fatico a posizionarlo bene e proseguo fino al cordone posto nella grande clessidra in alto. Adesso guardo a destra e la colata nera molto bagnata mi sbarra il passo, ma con soddisfazione vedo che non è la direzione della via . Un cordone in una clessidra a destra della colata nera mi indica la strada da seguire. Poco a destra di questo, uno strapiombo asciutto e ben ammanigliato permette di aggirare la colata bagnata e su una roccia lavorata a gocce si guadagna la sosta con breve e facile sopostamento verso destra. Sosta su un fix e una clessidra. Sosta 4, 30 m., 2 fix e 6 cl., diff. 6+.

Dalla sosta del quarto tiro

Utilizzando la facile lama a destra della sosta si traversa raggiungendo il muro su cui dovremo alzarci per raggiungere poco più sopra una visibile lama che aiuta ad arrivare ad una cengia che degrada verso destra, seguirla con delicata  arrampicata in leggera discesa a destra fino a trovare una cornice ascendente verso sinistra ( fare attenzione agli attriti delle corde)

 e che utilizzando le mani nella fessura che confina con la parete si procede in leggera salita in diagonale verso sinistra fino alla sosta su due fix . Sosta 5,25 m. 2 fix e 7 clessidre, diff., 6+.

Sul quinto tiro
Sul quinto tiro

Nel tiro successivo ci si alza sulla nera parete in diagonale e, utilizzando alcuni buchi scavati, si riesce ad uscire su roccia più articolata e, proseguendo in verticale e poi verso destra, si raggiunge una rampa stretta e inclinata che, con movimenti delicati, porta alla sosta su fix e clessidra. Sosta 6, 22 m. 3 fix e 2 ch., diff. 6+.

Sesto tiro

L’ultimo tiro si eleva dalla sosta leggermente verso sinistra e, dopo qualche metro in verticale, si giunge a una fessura nascosta ascendente verso destra. Questa si arrampica bene e alla sua fine si ritorna ad andare leggermente a sinistra e poi in verticale a prendere l’uscita finale che degrada fino al prato e bosco sommitale, dove si sosta su un albero.Sosta 7, 25 m., 1 fix, 4 cl. 1 ch., diff. 6-.

Nelson sull’ultimo tiro

Discesa: Seguire a destra la traccia con i bolli rossi fino ad incontrare il sentiero n. 667 (Sentiero della Maestra). Seguire a destra fino al semaforo in località Moletta, poi continuare sulla SS45bis fino all’auto (20 min).

AVVERTENZE: L’alpinismo è un’attività potenzialmente pericolosa se non praticata con la dovuta preparazione ed esperienza.
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