Martedì 11 giugno 2024
Sopra il paese di Fai della Paganella c’è una fascia rocciosa con un bel pilastro su cui si sviluppa questa via. Aperta nel 2007 da D. Filippi e R. Galvagni, la via presenta una roccia generalmente buona, ma nei passaggi più impegnativi le prese sono piccole e non sempre danno certezza di solidità. Si trovano tratti con vegetazione e anche friends e nuts sono inutili.

Avvicinamento: Da Mezzolombardo (TN), si sale mediante la SP64 a Fai della Paganella. Arrivati al paese, si può parcheggiare a destra poco prima del distributore di carburanti che sta a sinistra. C’è un piccolo spiazzo con tavoli e panche da picnic nelle vicinanze. Imboccare il sentiero Ardito Alberto subito dopo un capitello e seguirlo lungamente superando le reti paramassi fino a trovare il cartello indicatore di sentiero “Fontana Bianca e Ardito Alberto”. Qui prendere la traccia subito a destra e seguirla fin sotto la parete. Piegare a destra e scendere alla base della parete; l’attacco è qualche metro sopra a sinistra, con targa e fix con cordone. Fino a qui circa 30 minuti.

Relazione: il primo tiro sale in obliquo verso destra su una placca scura un po’ sporca di giallo di una striscia di roccia più chiara. I fix sono ben visibili e non troppo distanziati, dopo i primi metri più appigliati, nella parte centrale del tiro un muro scuro e povero di appigli ci impegna non poco e troviamo che due o tre movimenti sono almeno mezzo grado superiori a quelle segnate sulla relazione degli apritori.La superficie è formata da roccia spigolosa e poco accentuata, superato questo tratto gli appigli e gli appoggi si fanno più grandi e ci accompagnano alla sosta posta sotto un tetto. Sosta 1 ,su due fix, 27 m.,8 fix, diff., 6b+.

La seconda lunghezza segue a sinistra della sosta una rampa/diedro più impegnativa nei primi metri poi più sopra il diedro appoggiato e sporco di terra e vegetazione ma pi facile. Sosta 2 su due fix.Sosta 2, 25 m., 5 fix, diff. 5c.

Il terzo tiro parte verso destra su roccia sporca di zolle d’erba, tra il primo fix e il secondo c’è un albero per un eventuale ancoraggio con cordino, si continua poi sotto uno strapiombo con lama prima e poi fessura che ci porta sotto una parete più verticale ma appigliata, dopo esserci alzati fino all’altezza di alcuni cespugli che rimangono a destra, ci si sposta a sinistra con movimenti più tecnici fino a raggiungere una lama ben appigliata e ci si sposta a destra verso la sosta. Sosta 3 su due fix, 30 m., 8 fix, diff., 6a+.

Il quarto tiro sale sopra la sosta con spostamento verso sinistra poi ancora diritto, e poi a destra qui l’arrampicata è di precisione e tecnica ci si alza ancora diritto e usciti dalla parte verticale siamo su una zona facile che andando decisamente a sinistra ci porta alla sosta. Questo tiro ha una roccia molto bella e secondo me è il più bello della via. Sosta 4, su due fix,25 m., 5 fix, diff., 6a+.

Il quinto tiro parte a sinistra qualche metro fino al primo fix poi sale diritto per poi obliquare a destra seguendo sia con le mani che con i piedi delle accentuate liste che rendono facile e logica la direzione, si arriva fino al bordo della placca appena attraversata e si sale dapprima sfruttando il bordo stesso per poi entrare nel diedro nascosto che sale verso il grande tetto finale ad una comoda sosta sotto di esso.Sosta 5, su due fix,25 m.,4 fix, diff. 5c.

Il sesto e ultimo tiro supera la placca a destra della sosta a prima vista abbastanza liscia. Dopo i primi metri meno difficili si supera una colata scura proveniente dall’alto ma misteriosamente asciutta anche dopo una nottata di pioggia, e inizia un tratto impegnativo che noi gradiamo mezzo grado in più della relazione, poi di nuovo il facile fino alla sosta oltre il bordo della placca e all’inizio del pendio boscoso. Sosta 6 su due fix, 20 m. 5 fix, diff., 6b.

Discesa: la discesa avviene in corda doppia lungo la via e più precisamente:
Prima calata di 45 m., S6 alla S3
Seconda calata di 45 m., dalla S3 alla S1
Terza calata di 30 m.,dalla S1 a terra.
Si riprende poi il sentiero di avvicinamento fino alla macchina.

AVVERTENZE: L’alpinismo è un’attività potenzialmente pericolosa se non praticata con la dovuta preparazione ed esperienza.
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