Valle dei Laghi – Croz delle Mirandole – Via Auguri e Figlie Femmine

Martedì 30 aprile 2024

Dopo Ranzo Rocks, che ci ha impegnato per diverse giornate, abbiamo avuto modo di guardare attorno e non è stato poi così difficile trovare un’altra linea di salita nelle vicinanze. La roccia è abbastanza buona lungo la via, ma abbiamo dovuto pulire molto dalla terra che intasava le fessure, e ancora non è del tutto pulita. Il nome è stato scelto parlando con Nelson quando ha saputo che sua moglie Nina avrebbe dato alla luce una bambina.

La via si trova poco a sinistra della via Ranzo Rocks e l’attacco si trova proprio alla fine delle doppie di calata di questa (targhetta con nome alla base). Il muretto iniziale di roccia bianca è abbastanza solido e verticale, ma dopo qualche metro si rompe e qui bisogna fare attenzione alla roccia più articolata ma anche più rotta. Si prosegue con un’arrampicata non difficile verso la cengia sotto uno strapiombo, dove troviamo la sosta su due fix. Sosta 1: 28 m, 7 fix, 5c.

Kurt sul primo tiro

Dalla sosta ci si alza con difficoltà sullo strapiombo sfruttando una esile fessurina che delimita internamente il bordo dello strapiombo. Nella parte alta, lo strapiombo si trasforma in una buona presa orizzontale che ci permette di alzarci verso sinistra per afferrare una presa sulla roccia lavorata dall’acqua e poi stabilizzarci anche con la mano destra. Avanzando verso l’alto, troviamo prese orizzontali abbastanza nette che nascono dalla fessurazione orizzontale tra due strati di roccia che caratterizza un po’ tutta la parete. A metà lunghezza, ci aspetta uno spostamento verso destra su appoggi un po’ miseri, ma che consentono poi di continuare ora su prese più grandi fino ad arrivare alla sosta su una cengia comoda. Sosta 2: 28 m, 12 fix, diff. 7a/A0 (passo iniziale) poi 6b.

Secondo tiro :Nelson appena superato il passo chiave della via

Ora ci troviamo sulla sosta della seconda calata e guardando la parete obliquiamo verso sinistra, rimontando degli strati di roccia orizzontali con un’arrampicata semplice ma mai banale. Si punta a un diedro che alla sua fine lo lasciamo per spostarci a destra, evitando di andare a sinistra dove vi sono impilate una serie di blocchi pericolanti (sosta originale su due fix). La deviazione a destra affronta un muretto verticale con roccia porosa e polverosa a causa della dilavazione dell’acqua. Superando degli strati, si arriva a una placca poco prima della sosta con un passaggio delicato. Sosta 3: 26 m, 9 fix e 1 ch, diff. 5c/6a all’ultimo passo.

Poco prima della placca finale del terzo tiro

La lunghezza successiva affronta subito il tetto sopra la sosta, uscendo a sinistra dove è meno pronunciato. Si continua superando ancora le striscie rocciose, dove le solite fessure orizzontali facilitano la salita , incontrando una regletta pronunciata ed affilata poco prima dell’uscita sulla placca scavata e adagiata sporca di terra che precede la sosta su cengia. Sosta 4: 20 m, 6 fix, diff. 6a.

Nelson sotto il tetto alla partenza del quarto tiro

L’ultimo tiro è il più pulito della via e con la roccia più bella e lavorata. Risale una placca lavorata da fessure e buchi dove le clessidre abbondano. Il passaggio impegnativo del tiro si trova a circa metà e superato questo si giunge al bordo della parete, dove inizia la rampa boscosa che facilmente porta alla strada, dove ci si ferma (guard rail). Sosta 5: 30 m, 4 fix, 5 cl, 2 ch, 1 cordone su albero.

Kurt sull’ultimo tiro

Note: tutte le soste sono su fix tranne l’ultima, che è su guard rail.

Foto del tracciato

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