Arco – Mandrea – Via Soleado

Mercoledì 17 aprile 2024

Oggi fortunatamente non era così soleggiato e la temperatura è rimasta mite anzi, abbiamo arrampicato con la maglia. Per Nelson, questa era una meta agognata da un po’ per arricchire il suo curriculum e aumentare il suo livello di istruttore. Per me invece, un po’ più datato, era un’occasione per rivedere quell’angolo di parete a sinistra di – Fiore Di Corallo- che avevo scalato nel 1991 con l’amico Marietto.

Nelson vicino all’albero dove attacca la via

 La giornata, secondo Nelson, poteva essere piovosa nel pomeriggio ma ormai avevamo deciso di andare, eventualmente ci saremmo calati se il tempo fosse peggiorato. L’attacco del primo tiro è veramente una tarzanata: ci si arrampica su un albero e dai rami più alti si passa alla parete con roccia un po’ sfuggente ma ben chiodata mista, chiodi normali, spit antico da 8 mm e fix. La nostra va a sinistra e la sosta é su un albero.

Sul diedrino iniziale del secondo tiro

Già dal secondo tiro, le difficoltà si fanno sentire e i fix non sono sempre vicini. Nelson è in forma ed è entusiasta delle sue performance in libera. Nel diedro del terzo tiro sono già previsti dei passi di A0 e io non mi faccio pregare, come anche in qualche passo precedente.

Il diedro del terzo tiro

Il quarto tiro prevede un traverso di 7a su manettoni che in un primo momento dalla sosta aerea sono nascosti da arbusti di fico abbondanti di foglie. Dalla sosta ci si abbassa leggermente per prendere una fessura orizzontale da cui spuntano i rami , ma i fix sono vicini e le prese per le mani sono grandi, anche se per i piedi c’è poco e tanta aria sotto il sedere. Dall’altra parte del traverso mi aspetta Nelson sorridente.

A metà del traverso del quarto tiro
Dall’altra parte del traverso mi aspetta Nelson sorridente

La roccia è sempre molto buona e mai unta. I tiri successivi superano diedri e placche su roccia molto bella e lavorata a gocce, alternando passi facili ad altri più impegnativi. Arriva il momento di bere qualcosa e dallo zaino di Nelson, che opportunamente ci scambiamo ad ogni sosta, tiriamo fuori una lattina di Coca Cola che scoliamo senza indugio.

Sul quinto tiro la meravigliosa roccia a gocce

Incontriamo  soste comode dove si sosta appoggiando i piedi su cenge, altre sospese all’imbrago.

Giacomo sull’ottavo tiro

Il nono tiro prevede l’utilizzo di 15 rinvii e dal momento che supera uno lungo strapiombo, sono previsti dei passi in A0. Qui la roccia non è buonissima e comunque si riesce farticosamente ad arrivare in sosta.

Nelson in partenza sul nono tiro

Il tiro successivo prevede 3 passi in A0 e poi 6a+. La pioggia ci ha graziato e fa capolino un po’ di sole, noi continuiamo sui più facili tiri finali, evitando la variante diretta perché troppo difficile.

Nelson sull’undicesimo tiro

Arriviamo sul pianoro sommitale dove troviamo una recinzione e un cartello appeso che indica la direzione per Laghel per gli arrampicatori, e sono curioso anche di vedere il famoso “Leone della Savana” che però non si fa trovare.

Penultimo tiro diritta sale la Mimovariante noi andiamo a destra

Una breve sosta per raccogliere e sistemare il nostro materiale, e poi iniziare la discesa verso la macchina lasciata vicino alla fontana.

Note:

La via è stata aperta da S.Banal e D. Filippi tra il 2003 e il 2004. Le lunghezze sono 14 e la chiodatura è mista ma prevalgono i fix. La roccia è molto bella in generale e le difficoltà continue. La difficoltà massima e di 7a nel quarto tiro, vi sono anche diversi passi di A0. Non tutti i passi sono azzerabili e in alcune relazioni viene riportato l’obbligato  6b. Noi non abbiamo portato friends e vengono consigliati 15 rinvii, il sesto è settimo tiro li abbiamo concatenati. Noi abbiamo fatto l’uscita originale che conclude più serenamente la via.

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