Drò – Valle del Sarca -Trentino
16 dicembre 2023
Questa bellissima camminata è possibile iniziarla sia da Drò (campo sportivo in località Oltra) che da Ceniga. Noi abbiamo parcheggiato a Ceniga difronte alla via Al Ponte, la strada che conduce ad Arco attraverso il Ponte Romano. La direzione è Maso Lizzone sentiero 428 ben segnalato fin dall’inizio del percorso. Attraversato il Ponte Romano, ponte distrutto nei tempi antichi e ricostruito nella sua forma attuale nel 1719 fu demolito da parte dell’esercito AustroUngarico nel 1866 nella Terza Guerra d’Indipendenza Italiana per inibire tutte le vie d’accesso a Trento da parte delle forze nemiche (Garibaldi ) e ricostruito due anni più tardi nel 1868 e risanato da parte della Provincia di Trento nel 1999. Arrivati davanti all’entrata del Maso Lizzone (attualmente B&B e campeggio)si lascia quest’ultimo sulla destra e si continua seguendo la segnaletica evidente.

Il sentiero si alza gradualmente verso la parete delle Coste dell’Anglone e arrivati alla roccia (è altamente consigliato indossare l’attrezzatura da ferrata e casco)si inizia a salire per gradini scavati e assicurati da cavo metallico.

Il sentiero è frequentato sia da escursionisti che da rocciatori di ritorno dalle arrampicate effettuate sulla parete. Questo tratto di sentiero (cioè la parte che supera il salto roccioso sopra Ceniga ) è denominato “Sentiero degli Scaloni” per delle evidenti scale di legno e ferro che permettono di superare i tratti più ripidi. Il sentiero s’inerpica sfruttando i settori più deboli della parete e collega cengie nella vegetazione con tratti più esposti ma ben assicurati mediante scalini scavati nella roccia. Questo sentiero è stato costruito dai soldati dell’impero austro – ungarico ad inizio 1900 e serviva collegare il fondovalle alla boscaglia sul monte. La raccolta della legna era fondamentale sia da bruciare che per la costruzione di utensili. Ovviamente il sentiero non serviva per il trasporto della legna che invece veniva calata a valle utilizzando le “cavre” posizionate in vari punti sopra la lunga e alta parete.

Questi tralicci in legno opportunamente fissati al terreno fungevano da “stazione a monte “ della teleferica che mediante un cavo metallico facevano scivolare a valle i carichi di legna.

Arrivati sulla sommità della parete troviamo un bivio (Dos Tondo 507 m.) dove il sentiero 428 prosegue diritto per S.Giovanni al Monte noi invece teniamo la destra e il sentiero diventa 428B direzione Baita Crozolam. Continuando su questo sentiero si possono scorgere dei ruderi di ricoveri di pastori e boscaioli che un tempo abitavano temporaneamente questi luoghi.

Più avanti sempre sotto delle fasce rocciose strapiombanti si trovano le “Fonti Albi”, vasche scavate nella roccia dove si raccoglieva l’acqua piovana incanalata opportunamente tramite piccoli canaletti scavati . Continuando sul sentiero si giunge finalmente in una grande radura denominata Parco Crozolam dove troviamo una baita accogliente per ripararsi in caso di maltempo ma sopratutto attrezzata per accogliere gruppi di persone per ritrovi didattici. Nel prato antistante vi sono cartelli esplicativi di flora, fauna, legname e lavori. Sul lato est che guarda la valle si può ammirare un magnifico panorama su Drò, Ceniga, il lago di Garda e le montagne sul lato opposto.

Anche un piccolo recinto per le piante aromatiche è posto vicino alla baita. Continuando sul sentiero 428B in direzione Drò si incontrano ancora delle “cavre” e al punto “ Lastoni 445 m.” un’altro bivio ci fa lasciare il sentiero finora percorso per il 425 proveniente da Drò e diretto sempre a S.Giovanni al Monte.

Lo prendiamo e iniziamo lentamente a scendere verso valle, dove questo fa una curva a gomito verso destra proprio in prossimità della cavra del Vincenzo il sentiero inizia a scendere bruscamente e bisogna prestare molta attenzione a dove si mettono i piedi perchè anche quì si

trovano scalini scolpiti nella roccia e tratti attrezzati con funi d’acciaio. Siamo sul sentiero attrezzato dell’Anglone che sovrasta il campo sportivo in località Oltra. L’imbragatura , il kit da ferrata e il casco sono d’obbligo. I punti esposti sono diversi e ad un certo punto si può vedere anche una lapide posta dal nipote a memoria di uno scarpellino che ha costruito il sentiero. Ora siamo quasi al bosco basale e sotto una grande volta rocciosa è stata posta la statua di una madonnina dai devoti del posto.

Ancora una ripida discesa nel bosco e si arriva alla sterrata in piano in mezzo agli ulivi, prendiamo a destra e sbuchiamo sulla strada che porta a Drò ma prima del ponte sul Sarca entriamo ancora a destra tra gli ulivi dove ulteriori segnalazioni ci indicano il Maso Lizzone e Ceniga. Si continua ora in piano poi in leggera salita , si costeggia il muro di cinta del Maso, riattraversiamo il Ponte Romano e guardiamo la parete e proviamo a vedere il nostro percorso. Siamo al parcheggio, e abbiamo impiegato circa 3 ore e mezza. Il percorso è molto bello e panoramico e anche se lo abbiamo fatto molte volte lo troviamo sempre molto interessante.