Ra Gusela – Passo Giau – Gruppo del Nuvolau – Via Mamma e Papà

9 settembre 2023

Gruppo del Nuvolau – Ra Gusela

 

Quella di oggi è una via che prosegue con il mio progetto “Vie d’autore”, cioè ripetere le vie di uno specifico alpinista per scoprirne le caratteristiche.

 

La via è stata aperta da Mario Dibona il 29 luglio 2013 in solitaria.

 

Con il mio amico Nelson la sera precedente c’era stato un scambio di messaggi su dove andare ad arrampicare ed era stato lui a propormi la zona del Giau e la via “Re Artù”,  io ho incalzato con questa che avevo in mente da un po’ di tempo. Le due ore di auto fino al Giau, non mi entusiasmavano molto, il tempo splendido, assenza di temporali e temperature elevate mi hanno convinto. L’avvicinamento dal parcheggio del Berghotel di Passo Giau è di circa mezz’ora e la ragazza dietro il bancone del bar ci aveva dato il permesso di parcheggiare con il nostro impegno di consumare al ritorno dall’ arrampicata.

 

Quindi foto alla mano ci siamo diretti all’attacco che prevede dopo essere arrivati sotto il grande pilastro giallo, dove corre la via, per tracce più o meno segnate, d’innalzarsi seguendo delle corde fisse, posizionate e ancorate a fix che permettono di arrivare alla base del diedro del primo tiro.

 

Primo tiro anche se viene logico alzarsi subito a sinistra per entrare nel diedro, i fix invece sono sulla parte destra dove la roccia è più solida e spostarsi più in alto a sinistra. Il diedro sale e più in alto diventa fessurato e leggermente strapiombante, i fix sono distanziati e fa piacere seguirli, ma dove inizia lo strapiombo, dopo aver superato l’ultimo, si vede il successivo in alto a sinistra, qui conviene posizionare un friend per precauzione, sono ancora freddo e i movimenti sono ancora rigidi, il passo viene gradato 6a ma io dopo aver superato lo strapiombo mi riposo al fix, un po’ ansimante, continuo la fessura che permette di avanzare molto bene e la roccia è molto buona, finalmente arrivo alla sosta. Ora recupero Nelson che con la sua tranquillità e con lo zainetto in spalla appesantito anche dalle nostre riserve d’acqua riesce con qualche artifizio a terminare il tiro, pulito. Anche lui sostiene che il passo non era così banale. Sosta 1, 35 metri 6a.

 

 

Secondo tiro, il diedro continua, la fessura si allarga e si arrampica con più disinvoltura perché più appigliata, e dopo circa una decina di metri si attraversa a destra fino a raggiungere un ballatoio con diversi chiodi uniti tra loro con uno spezzone di corda.Sosta 2, 25 metri 5b.

 

Secondo tiro “la fessura si allarga”

 

Il terzo tiro, è il tiro chiave e lo studio un po’, Nelson mi dà delle dritte, “io starei basso, poi vedi nella fessurina dove c’è l’erba puoi inserire un piccolo friend”, vedo al primo e al terzo fix penzolare dei cordoni, non c’è molta distanza tra loro, avevo letto che in questo tratto era possibile tentare la libera senza molti patemi. Parto, mi tengo basso, gli appigli non sono poi male, con la destra tengo un rovescio, alzo i piedi, poi raggiungo con la sinistra una lametta verticale abbastanza buona, ma più su gli appigli sono più piccoli e la roccia per i piedi è un po’ lisciata, gialla e lisciata, ma si! Azzero, ora mi fermo mi fisso al fix con un rinvio guardo Nelson e decido di scattare una foto con il cellulare e vedo che anche lui fa lo stesso, poi riparto, uno, due movimenti, e arrivo ad appigli migliori e sono fuori dal tratto verticale, entro ora nel canale/diedro un po’ più appoggiato dove trovo la catena di sosta. Sono lontano da Nelson solo 18 metri ma mi sono sembrati molto di più. Sosta 3, 18 metri 6c+ o A0.

Nelson impegnato sul passo chiave

Quarto tiro, si prosegue diritto sopra la sosta per il diedro, dopo una decina di metri un leggero strapiombo ci impegna un po’ ma non sembra così difficile, si continua e la roccia è sempre molto bella. Sosta 4, 38 metri, 6a.

Quinto tiro, si prosegue a sinistra per una rampa puntando a un grosso masso incastrato dove sotto la parte destra in prossimità della fessura si nota un cordone infilato in un fix, attenzione a non andare a destra a seguire degli invitanti fix. L’arrampicata è su roccia lavorata, solida e non difficile e si passa a destra del grande masso e si continua nel diedro fino alla sosta cinque. 40 metri, 5a.

Quinto tiro

 

Sesto tiro, lo interpretiamo male, Nelson sale il canale che naturalmente porta leggermente a destra, non vede riferimenti e neanche fix, continua qualche metro e si guarda intorno, scorge due metri alla sua sinistra un fix con un cordone, era lì che si andava, ritorna indietro disarrampicando qualche metro e scorge un altro fix sotto a quello del cordone. Bastava salire diritto, superato poi il secondo fix ancora si chiede dove andare, a sinistra, esce dietro a uno spigolo e sale la roccia è comunque sempre buona e quando rimonta sul culmine vede un fix a destra in basso e quindi ha aggirato il passo di qualche metro e poco più sopra c’è la sosta sei, 30 metri 5b.

Sesto tiro

 

Il settimo tiro, si traversa su una cengia inclinata, puntando a sinistra verso una placca, alla cui base si nota un cordone infilato in un fix, raggiunto questo, fino a qui non ci sono protezioni ma il terreno è facile e si deve fare attenzione, si sale la placca con piccoli appigli, la roccia è abbastanza buona ma prima dell’uscita mi trovo dubbioso, a sinistra o a destra ma anche diritto? Nelson che ha capito il mio dubbio mi conforta indicandomi che salire diritto è la strada. Salgo e riesco a vedere il fix nascosto alla vista, poi sono fuori dalla placca, mi muovo con attenzione perché potrebbero cadere delle pietre dal momento che ora sono sulla cengia che porta verso la parete gialla. A metà strada circa tra il bordo della placca e la parete c’è un grande masso e una sosta con due fix, un cordone con anello presumibilmente per le doppie. Io faccio sosta qui. Sosta sette, due fix cordone con anello per doppia, 38 metri, 6a/+.

Io qui ho sbagliato la sosta perché sette metri più avanti, proprio sulla parete gialla, dove alla base vi sono alcuni massi e sulla parete gialla due fix grigi che non avevo visto. Recupero Nelson, e una volta arrivato in sosta riparte e senza guardare la relazione lo indirizzo alla rampa erbosa che sale a sinistra, do per scontato la direzione dettata dalla logica che mi sono fatto. Errore, alla fine della rampa vi è una parete gialla senza nessuna traccia di salita e siamo costretti dopo aver riletto la relazione di tornare sui nostri passi, ridiscendo in direzione della cengia con il masso dove ho fatto la sosta e rasentando la parete vedo i due fix grigi e faccio sosta.

Parte Nelson, il primo passo è atletico ma breve, e gira dietro la parete gialla, la roccia è molto bella e appigliata e i fix sono un po’ distanziati ma le difficoltà non elevate. Arriva in sosta e mi dice di godermi il tiro per la roccia fantastica. In effetti questa placca abbastanza verticale su roccia gialla presenta appigli che risolvono tutti i passi, tra un fix e il successivo vedo anche che Nelson ha infilato un friend in un buco, siamo in ombra ma l’arrampicata compensa con i movimenti il calore necessario a star bene. Sosta 8, 40 metri, 5c.

Nelson borbotta un po’ per il freddo, e vedo che il sole è a pochi metri da lui. Tiro nono, mi alzo di qualche metro poi punto alla fessura camino più sopra, alla base della fessura guardo davanti a me e vedo che il terreno procede leggermente in discesa e in fondo si vedono spiragli di luce, forse da qualche parte si arriva anche lì, ma dopo aver piazzato il rinvio sopra la mia testa, salgo in spaccata verso l’esterno molto ben appigliato, la fessura sopra è articolata e breve ma io continuo, il tiro dovrebbe essere di trenta metri e il successivo di 15 per uscire dalla via. Proseguo, salgo ancora per salti di roccia fino a una cengia ma non vi è traccia di sosta, le corde ora fanno molto attrito e io allora improvviso una sosta in un sasso incastrato e dico a Nelson di raggiungermi. Sosta 9 e 10, 45 metri, 5b. Proseguiamo ancora legati fino alla cima della Gusela. I saluti di rito, una barretta qualche sorso d’acqua e siamo sul sentiero di rientro. La ragazza al bancone del bar ci riconosce e sorride quando gli facciamo presente che siamo qui per onorare la promessa del mattino. Un panino in due, e una fresca birra(Nelson prende una Sportwasser), ci sediamo all’interno, fuori tutti i tavoli sono occupati ma dentro si sta bene, fresco, è il momento di guardare i cellulari, inviare messaggi rassicuranti e riguardare le foto scattate. Arriva anche il momento di ritornare a casa, sono contento di non guidare, e il viaggio è anche il momento di riflessione sulla giornata appena trascorsa e di confrontarsi sulle emozioni ottenute. Grazie Nelson per la giornata trascorsa!

AVVERTENZE: L’alpinismo è un’attività potenzialmente pericolosa se non praticata con la dovuta preparazione ed esperienza.
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