Era un’alternativa a vie in Dolomiti e stamane quando ci siamo incontrati ho lasciato a Miriam la scelta. Nuvoloni cupi coprivano il Catinaccio, e l’aria rinfrescata dai temporali di ieri presagivano roccia bagnata su in alto. Il cielo era coperto anche a sud e quindi la scelta non era del tutto sbagliata. All’uscita del casello di S.Michele A.A. il cielo rimaneva ancora nuvoloso e a noi andava di lusso.

La via è stata aperta nell’autunno del 2017 da Michele Torresani e Roberto Carli. Una relazione più dettagliata si può trovare nel sito della Scuola di Alpinismo Graffer. La macchina si parcheggia a fianco della chiesa dell’abitato di Masi di Vigo. Dopo la salita su strada forestale, arrivati allo spiazzo con panchine e grill, io deciso punto sul sentiero che scende verso la Rocchetta ma dopo un po’ di tornantini in discesa non troviamo la falesia di Tor di Visione con il cordino di acciaio e quindi torniamo sui nostri passi e radrizziamo il tiro quando ritorniamo al bivio su allo spiazzo.Oggi Miriam ha deciso di fare i tiri duri e annuncia che a me toccano i tiri dispari e quindi parto per primo.

La prima lunghezza è lunga 50 metri e la relazione consiglia di rinviare una corda alla volta per ridurre l’attrito. Il tiro è su roccia abbastanza buona ma un po’ sporca di vegetazione, a metà circa vi è un passo di 6a+ e anche rinviando contemporaneamente le due corde arrivo in sosta agevolmente. A parte la sosta di partenza che ha un fix solo, tutte le altre ne hanno due.

Il secondo tiro supera inizialmente un muretto verticale che salendo gradualmente si avvicina al diedro che scorre a destra e poco dopo essere entrati nel diedro ci si deve spostare a destra uscendo dallo stesso proprio dove un fix si presenta sullo spigolo a destra del diedro e poco sotto un gradino che ci permette di spostarci con i piedi con equilibrio precario verso destra( passo di 6c). Nella continuazione sulla placca sovrastante fino alla cengia le difficoltà si abbassano ed arriviamo in sosta 35 m 6a+ , 6c/A0 poi 6a+/b.

Dalla sosta della seconda lunghezza attaversando facilmente a sinistra si entra in una facile rampa ma la via invece sale delle rocce articolate leggermente a destra per poi obliquare a sinistra puntando alla parete gialla soprastante la rampa dove poco sopra l’incontro con la stessa troviamo la sosta. L’arrampicata in questo tiro è molto bella per le prese sempre molto visibili e solide anche se a prima vista alcune danno da pensare. 40 m. 6a/6a+.

Nella successiva lunghezza ci alziamo sulla rampa che continua ma che in questo punto è più ripida fino ad oltrepassare il primo fix, poi quando ci si alza sulla parete di destra e seguendo i fix che portano decisamente a destra ci troviamo ad affrontare uno strapiombo con buchi abbastanza buoni , dobbiamo uscire a destra su una paretina che nella parte alta sotto al tettino che la percorre da sinistra verso destra una buona fessura orizzontale ci aiuta ad uscire a destra del tettino e poi con ulteriori movimenti ora meno tirati verso l’alto arriviamo alla sosta, 40 m. 6c+/7a.

Il quinto tiro corrisponde alla lettera alla relazione in mano nostra (muro a buchi stupendo)la difficoltà 6b+ forse è un po’ esagerata ma la roccia e le protezioni sono ottime e i trenta metri di lunghezza ce li godiamo tutti. Attenzione al ristabilimento per arrivare sulla cengia della sosta.

La lunghezza che segue consiste in un muro grigio scuro verticale che due metri sopra la sosta concentra il passo chiave. La roccia compatta prevede un delicato passo per uscire dalla concavità posta tra il secondo e terzo fix poi le difficoltà si abbassano, 25 m. 7a,6b+.

Il settimo ed ultimo tiro la verticalità si abbatte e dopo esserci alzati verticalmente sopra la sosta si piega in obliquo verso sinistra su balze alla ricerca della linea di uscita fino a sbucare sotto il prato alla sosta su due fix, 35 m. 6a+. Dal prato si gode un bellissimo panorama sulla bassa Val di Non. La discesa avviene seguendo verso sinistra il sentiero SAT 516B che percorre la parte alta del prato ed in 15 minuti si ritorna alla Tor di Visione e poi da qui al parcheggio a fianco alla chiesa.
Complimenti agli apritori
AVVERTENZE: L’alpinismo è un’attività potenzialmente pericolosa se non praticata con la dovuta preparazione ed esperienza.
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