18 maggio 2023
Io e Nelson avevamo un conto aperto con l’apertura di una via, ci era andata a buca quella sulla Schwarzwand a Colonia e allora ci siamo accordati per oggi. Lui si è preso una giornata di ferie, il meteo dava bello e anche Kurt era della partita, meglio di così. Appuntamento alle 8.30 ma causa incidente in autostrada, i tempi per scendere da Bozen in valle si sono dilungati. Coffe break a Vezzano e alle 10.30 eravamo all’attacco.
Questa volta ci siamo calati, due doppie ed eravamo all’ultima sosta. I tempi sono lenti causa vegetazione fastidiosa che frenava continuamente il recupero delle corde mentre si scendeva. Abbiamo comunque lasciato una corda fissa lungo i tiri che ci permetteva un eventuale ritirata. Ero comunque un po’ pensieroso per la poca esperienza in merito dei miei compagni ma contento di far provare anche a loro l’avventura “apertura”. Abbiamo un po’ barato, ma comunque la corda fissa ci dava la sicurezza che difficilmente potevamo non finire il lavoro.
Dal momento che io avevo già aperto tre tiri e mezzo, ci siamo accordati che Kurt faceva il primo tiro e Nelson il successivo. Questo che è il penultimo della via, avrei voluto tenermelo per me fin dal momento che ho studiato la via con il binocolo e poi in foto, perché mi sembrava il tiro chiave ed esteticamente il più significativo. Ma io ho già fatto abbastanza esperienza e l’ho lasciato volentieri a Nelson che è ancora giovane e pieno di passione.
Kurt sale deciso, avevamo concordato dal basso dove posizionare i primi due fix e così ha fatto, poi destreggiandosi nella vegetazione che questa lunghezza ne aveva in abbondanza, un cordino su un alberello, poi un chiodo, macinava metri su metri. La destinazione era un grosso cespuglio proprio sotto la placca che precede la fessura che si nota in mezzo alla parete. Sentivo la sua voce che chiedeva consenso a mettere il fix in una certa posizione ed io che gli gridavo di fare come meglio pensava perché lui , primo di cordata , aveva “carta bianca”. Arrivato al cespuglio ha sistemato l’ancoraggio sui rami più grossi e mi ha recuperato ed io poi ho piazzato i due fix poco sopra per recuperare anche Nelson.

Non parliamo di gradi e difficoltà dal momento che i secondi procedevano con scarpe d’avvicinamento e per velocizzare il tutto ci attaccavamo a tutti gli ancoraggi. Il tiro è rimasto ancora da pulire per la presenza di zolle di terra ed erba. Il sole era sempre alle nostre spalle ma l’aria ci rinfrescava. Io sono rimasto sempre con un pile leggero. Kurt ora tira fuori dal suo capiente e fedele zaino banane e panini che ingurgitava nelle sue fauci.
Mentre io facevo sicura a Nelson che aveva iniziato la placchetta polverosa sopra la sosta. Il grande tetto alla nostra destra mi faceva correre la fantasia di una traversata con le dita delle mani ben incastrate nella fessura che correva nell’angolo con la parete che lo incontrava da sotto. Nelson provava i passi e studiava dove posizionare i fix, poi arrivato alla fessura in dülfer, piazza un friend e poi un successivo fix. Ora un diedrino erboso ma facile porta sotto il tetto da dove parte verso sinistra una ampia fessura/camino che però la parete che scorre verso il basso è strapiombante e poco attraente per i piedi. Una clessidra decente al suo lato destro permette una assicurazione ma poi si deve salire verso sinistra qui la corda fissa lo aiuta ad alzarsi e piantare un fix poco sopra ma poi ancora piccole fessure sporche d’erba che non permettono una grossa presa, un altro fix e poi c’è la sosta.

Bravo Nelson! Ci lascia una lunga fettuccia appesa per aiutarci a salire questo sarà sicuramente il passo chiave. Io con la mia paletta da giardino cerco di liberare una fessurina orizzontale per poter successivamente utilizzare con una mano e poi ancora altre zolle e finalmente in sosta.
Ora ci aspettano altri trenta metri per arrivare alla partenza/arrivo. Il tiro è uno scivolo tondeggiante come quelli delle piscine, ci si sente avvolti dalla roccia e dobbiamo raggiungere l’uscita che si intravede tra la vegetazione. Sono arrivato e mentre inizio a fare sicura ai due compagni, una coppia di stranieri mi chiede sorridendo se è una nuova via quanto è lunga etc. Poi come sono arrivati non li vedo più, spariti,forse avevano anche loro arrampicato lì vicino? Sono contento di aver finito questo progetto proprio come avevo ipotizzato ma la via rimane ancora da pulire e recuperare il materiale lasciato in parete e liberarla, ma già possiamo pensare a qualche altra linea. Ah! Manca anche il nome. Ma abbiamo tutto il tempo per pensarci.