Martedì 28 marzo 2023
Oggi l’aria è un po più fresca, sabato sempre in valle ho quasi sofferto il caldo.Dopo una sosta decisionale a Pietramurata io e il mio compagno siamo concordi nel fare la via Supernova con la nuova variante . La via Supernova si trova a sinistra delle Coste dell’Anglone nel settore Sass dela Vecia.
La via è stata aperta nel 1980 da G.Stenghel e R. Vettori e punta a un marcato diedro dove al suo termine finisce anche la via.
La variante che noi andiamo a seguire, si stacca dalla via originale al terzo tiro e prosegue per diedrini e strapiombi a circa trenta metri parallela al diedro della via originale.
L’idea ci è venuta leggendo sul sito www.arrampicata-arco.com .Parcheggiamo in uno slargo sulla strada che porta al Maso Lizzone e ci incamminiamo in direzione Sentiero degli Scaloni, quando siamo in prossimità della parete, seguiamo una traccia a sinistra e superando la falesia “La Fattoria degli Struzzi” arriviamo all’attacco. Alla base di questa rampa non è indicato il nome ma si possono vedere un paio di cordini in clessidre.
Il primo tiro sale su roccia appigliata e non difficile 4+ fino al bordo della cengia alberata che divide questa prima parete con la parte superiore della via, sosta su fix con anello e cordino in clessidra.

Da qui si può già vedere la sosta del secondo tiro vicino a un albero.La lunghezza è di 40 metri che comprendono anche una ventina di metri di camminata sulla cengia fino alla destra di un albero, dove una facile rampa obliqua, articolata e con alberi porta a un pulpito con anello e albero (5- e 4).

Il terzo tiro parte su una lama per poi traversare a sinistra, buone possibilità per friend, il diedrino sovrastante è ben ammanigliato e ci si protegge con una clessidra e un chiodo posizionati nel punto strapiombante(6) poi alla sosta. Qui la via originale prosegue a sinistra su cengia fino alla base del diedro.

Ora si sale sopra la sosta puntando alla fessura dove ci si protegge con friend e clessidre e salendo in dülfer si supera la fessura per poi spostarsi a sinistra e arrivare a una cengia con fix con anello (6+). La sosta però è costituita da un solo ancoraggio che pur essendo solido mi fa un po’ pensare alla sicurezza fatta su due punti.

Dalla sosta si traversa con movimenti delicati a sinistra sotto a un tetto (2 chiodi), poi si risale il diedro successivo dove al suo culmine troviamo un dado incastrato e qui si esce a sinistra alla sosta (7- o 6/A0).

Il prossimo tiro è possibile dividerlo in due ed è ciò che noi abbiamo fatto. Ci si alza in un piccolo diedrino per poi uscire a destra su una lista esigua (chiodo nella fessura orizzontale) e con fatica salire sopra il chiodo a trovare il cordone giallo nella clessidra che ci aiuta a superare la placca successiva dove si trova il primo e unico fix (di passaggio) della variante, obliquando a destra fino a una cengia con anello e clessidra (6 e A1).

L’altra metà del tiro supera il diedro soprastante, con l’aiuto di un friend e cordini posizionati a protezione si giunge alla sosta (due fix uno con anello)posta alla base di una fessura/camino, (4 e 6-).
Il prossimo tiro ci si alza sul camino/fessura proteggendoci con cordini su sasso incastrato e più sopra la fessura si fa profonda e possiamo piazzare il friend grande(blu), la parte sinistra è più appigliata mentre a destra è placca più liscia ma alzandoci lentamente vediamo in alto un lungo cordone passato intorno a un sasso incastrato e subito dopo un altro che ci protegge prima di prendere il ceppo dell’uscita alla sosta, (6- e 6).

Il mio compagno di cordata parte per l’ultima lunghezza di corda, salendo delicatamente sulla placca sopra la sosta per traversare leggermente a sinistra a prendere il centro del pilastro dove si vede il lavoro di pulizia della roccia degli apritori , si trovano dei chiodi nei buchi e cordini nelle clessidre per giungere al boschetto sommitale dove, dopo aver collegato l’anello per la calata con due cordini all’albero vicino abbiamo iniziato la discesa. Seguendo le indicazioni della relazione siamo arrivati alla base un’ora dopo.

Considerazioni: la via, con la variante da noi seguita, merita la ripetizione per la qualità della roccia e per la cura e la pulizia effettuata dagli apritori.
AVVERTENZE: L’alpinismo è un’attività potenzialmente pericolosa se non praticata con la dovuta preparazione ed esperienza.
Le relazioni delle escursioni, ascensioni e arrampicate sono il frutto della nostra personale ed estemporanea esperienza e non possono essere considerate inconfutabilmente attendibili. Tutte le notizie vanno valutate e verificate sul posto di volta in volta, e da persone esperte, prima di intraprendere qualsiasi percorso.
Si declina ogni responsabilità per qualsivoglia inconveniente, incidente, perdita o danno risultanti dalle informazioni contenute nella presente relazione.